top of page
Democracy Not Found

Democracy Not Found

Di fronte ai problemi, alle troppe cose che non funzionano, nessuno di noi ha modo di intervenire: la nostra voglia di partecipare, di incidere nelle cose che pure ci riguardano, è totalmente frustrata. Oggi l’unica cosa che possiamo fare è manifestare questa impotenza, anzitutto attraverso i social mediante i quali esprimiamo il nostro disappunto e condividiamo la nostra indignazione. Qualche volta scendiamo in piazza a protestare ma, in verità, sempre più di rado. Molti non si rassegnano e qualcuno, ostinatamente, si sforza di costruire percorsi concreti. Ovviamente, ne abbiamo il massimo rispetto ma è difficile rintracciare esperienze che abbiano successo nel tentativo di organizzare un intervento democratico dal basso, senza un leader o l’ausilio di un qualche strumento mediatico o finanziario. È così che tutto torna alla mera denuncia, alla protesta o, al massimo, alla manifestazione di una proposta debole, disaggregata, atomizzata nei tanti singoli soggetti che la promuovono. Eppure non è possibile che sia tutto così vano. Evidentemente ci deve essere qualcosa che non va in questa cosa che si chiama democrazia.

Anche se a volte non ci sembra vero, viviamo in democrazia, anzi in un Paese a democrazia avanzata. Allora che cosa dobbiamo pensare? Che forse questa democrazia non è poi quella grande cosa che ci aspettavamo? Eppure l’abbiamo conquistata con il sangue, con il sacrificio di intere generazioni che hanno pagato con la loro stessa vita per ottenerla. Come è possibile che quello che abbiamo conseguito così a caro prezzo sia quello che oggi vediamo? C’è una sola risposta alternativa: che forse non viviamo affatto in democrazia, che forse la democrazia non è per niente un traguardo raggiunto ma è qualcosa che ancora dobbiamo costruire. Un po’ come quei cantieri dove si è cominciato a fare e poi si è lasciato incompiuto il lavoro. Allora, riaprire questo cantiere è un dovere inderogabile! Recuperando il lavoro fatto, se non vogliamo sprecare l’opportunità democratica che le generazioni passate ci hanno lasciato in eredità, ma soprattutto cominciando da noi, dal nostro interno, cioè da quel luogo nuovo, inedito e straordinario che dobbiamo costruire nel grande spazio della mediazione politica. È da qui che si comincia, come ci invita a fare la nostra Costituzione.

L’articolo quarantanove della nostra Carta altro non è che un invito! Un invito rivolto non alle istituzioni, o al popolo vagamente inteso, ma a noi. A noi cittadini nel momento in cui ci aggreghiamo. Questo invito è rivolto a noi quando decidiamo di riunirci e di organizzarci per intervenire nelle cose della politica. Siamo noi i soggetti della norma, a noi è destinato questo invito. Che è anche un insegnamento, perché ci fa capire una cosa fondamentale: l’unico modo per il cittadino di esercitare la sua sovranità (per il cittadino semplice, umile, senza potere alcuno di condizionamento, di influenza nelle decisioni politiche) è quello di riunirsi, di aggregarsi, di stare insieme.

Noi questo invito vogliamo raccoglierlo, perché non c’è alternativa: per noi che aneliamo al bene comune, per noi che vogliamo fare qualcosa al fine di migliorare questo mondo, per noi tutti non c’è altra via se non quella dell'aggregazione politica. Perciò, è necessario unirsi in uno straordinario lavoro di organizzazione democratica, nella consapevolezza che solo cominciando da noi, cioè nella realizzazione di un modello inedito, efficace, autentico di partecipazione, possiamo ambire a vedere realizzata, anche intorno a noi, una democrazia nuova, appagante, vera, nel nostro Paese e in tutte le nazioni di questo mondo. Dobbiamo farlo con umiltà, con pazienza, con buona volontà. Dobbiamo farlo in omaggio al sacrificio estremo delle generazioni passate, dobbiamo farlo per noi e dobbiamo farlo per le generazioni che verranno.

il puntino sulla d - Il Tour
adesione
donazione
bottom of page