
Democrazia, quella vera, prima di tutto!
È un momento drammatico in cui milioni di persone, solo nel nostro Paese, sono senza un lavoro e senza, molto spesso, la possibilità di avere una vita minimamente autonoma e dignitosa: milioni di persone sono escluse da diritti che ormai davamo per scontati e da tutele che, pensavamo, sarebbero state estese e non cancellate.
Abbiamo il sospetto che quello che sta avvenendo sia funzionale al disegno di chi non vuole concederci distrazioni, di chi vuole costringerci a concentrarci sul nostro personale disagio per impedirci di percepire un’altra esclusione: quella dalla politica. Infatti, per tante, troppe “energie vive” è quanto mai arduo, oggi, essere parte attiva del processo democratico e del rinnovamento politico: in questo contesto è troppo difficile, spesso impossibile, staccare l'attenzione dal proprio personale destino. Ma se è vero, come è vero, che il primo, fondamentale diritto che ci appartiene è quello alla partecipazione democratica, allora dobbiamo, per ripristinarlo, lavorare anche per ricreare i suoi presupposti. Cioè dobbiamo riconquistare tutto quanto è necessario all'intervento democratico: i luoghi fisici della partecipazione, ma anche il tempo, la serenità, un'adeguata istruzione e una corretta informazione. È un cammino lungo e difficilissimo, è vero, ma nessuno, per quanto si sforzi, sarà mai in grado di fermarci anche in queste direzioni.