
L'interpretazione "autentica" è ... l'immaginazione!
Quella che vogliamo fare è una strada mai percorsa prima ma è anche una strada completamente sgombra, nessuno ci può impedire di percorrerla o ci deve autorizzare a farlo. Lo sforzo non è quello di scansare gli ostacoli, non c’è ne sono. È quello, piuttosto, di strizzare tutta la nostra immaginazione. A spalancarci questa possibilità è l’autonomia, quell'autonomia pretesa (e sempre male adoperata) dai partiti tradizionali che ci apre scenari inesplorati e un ventaglio di possibilità fra le quali dobbiamo soltanto scegliere.
Nella formulazione dell’articolo quarantanove della Costituzione è evidente la volontà di lasciare, come si dice, carta bianca. L’intento dei padri costituenti è stato quello di rimanere volutamente nel vago, per promuovere il metodo democratico ma, nel contempo, assicurare la massima autonomia dei partiti. E questi, a loro volta, nel modo essenziale e aperto in cui è stata formulata, hanno sempre difeso la norma ritenendo, a ragione, che fosse il modo migliore per conservare l’invalicabile sacralità della loro autonomia organizzativa.
Ma se la vaghezza può indicare, come indica, una direzione ben precisa, cioè l’autonomia, lo spirito autentico del principio costituzionale è quello, senza dubbio, di promuovere la ricerca e l’adozione concreta di un metodo volto a garantire, per il tramite dei partiti, l’esercizio effettivo della sovranità dei cittadini. La indeterminatezza della norma contiene, infatti, questo invito, anch'esso implicito ma così lampante da essere quasi banale. Non ci vuole molto a capirlo. Tuttavia, la pratica applicazione della norma è, oggi, totalmente incoerente: è il prodotto delle interpretazioni più perverse, strumentali solo alla conservazione del potere.
Non siamo certo i primi a dirlo, è vero. Ma constatare, sottolineare, denunciare non basta più: è necessario il lavoro (rivoluzionario) che, paradossalmente, proprio la norma costituzionale ci consente (ma sarebbe meglio dire: ci impone) di fare e che consiste nella costruzione di un soggetto realmente innovativo, di un modello alternativo di partito, capace di tradurre, come vecchie e nuove formazioni non hanno mai fatto, il significato autentico del principio costituzionale. Perché il modo migliore per utilizzare l’autonomia è la fantasia, la creatività. Ovviamente, non per escogitare subdoli accorgimenti di conquista del potere, ma per ideare e realizzare nuovi e più efficaci meccanismi che consentano al partito politico di essere quello che non è mai, semplicemente e compiutamente, stato: uno strumento di partecipazione.
Albert Einstein sosteneva che “l’immaginazione è più importante della conoscenza; la conoscenza è limitata, l’immaginazione invece abbraccia il mondo intero, stimolando il progresso e l’evoluzione”. Ed è proprio l’immaginazione ciò che più ci occorre per recuperare la nostra sovranità: l’immaginazione è lo strumento mediante il quale dare forma autentica al principio costituzionale, trasformando così la causa del problema nella sua soluzione; l’immaginazione è lo strumento che ci serve per valorizzare le nostre competenze, la nostra passione, la nostra generosità; l'immaginazione è lo strumento che ci serve per procedere verso il “meglio”, rovesciando una pratica che, fino ad oggi, non ha fatto altro che rifiutarlo e respingerlo. Perché questo è avvenuto: la politica ha rifiutato e respinto le qualità migliori di un popolo che, continuiamo a pensarlo, è un popolo straordinario, fatto di persone straordinarie, capaci di produrre nuove idee e di inventare nuove soluzioni. E il nostro auspicio è di poter contare sul contributo appassionato di chi, insieme a noi, vorrà costruire uno strumento di partecipazione che possa consentire a tutti, finalmente, di esprimerle, di realizzarle e di metterle al servizio di questo nostro meraviglioso Paese.